La Vegetazione

 Non esiste in tutto il territorio un’area che non sia stata alterata, modificata, influenzata dall’attività dell’uomo. La vegetazione ha risentito molto di questa presenza tanto da perdere su gran parte del territorio il suo carattere "naturale".

Esistono, comunque, delle zone limitate in cui sono presenti alcuni elementi che ci fanno ritenere di essere in presenza di ambienti che in qualche modo si avvicinano a quella che doveva essere la vegetazione originaria.

La specie arborea che domina il territorio è sicuramente il castagno che l’uomo ha diffuso in modo massiccio a partire dal XVII secolo. Ne è risultata una profonda modificazione dagli originari boschi misti di faggi, aceri campestri, querce ed altre latifoglie che in epoca storica rivestivano le dorsali e i fianchi del Vulcano Laziale.

Attualmente il bosco occupa le zone dove le pendenze sono più accentuate e dove il territorio si presentava meno adatto alla coltivazione. Mentre dell’antica faggeta non rimangono che pochi esemplari di faggio sulla cima di Monte Cavo, dell’agrifoglio, definito il fedele accompagnatore del faggio, si possono trovare parecchi esemplari quasi in tutto il territorio. In alcune zone dove il clima è più caldo, si possono trovare lembi di vegetazione mediterranea e piante caratteristiche della macchia mediterranea come la ginestra, il lauro e il leccio.

Molto varia e abbondante è la flora erbacea. In primavera è possibile osservare fioriture di numerose specie di orchidee selvatiche, anemoni, ranuncoli e narcisi. Alla fine dell’estate il sottobosco si colora di ciclamini.

Altre piante presenti sono il bucaneve, la pervinca, il non - ti - scordar - di - me, il sambuco, il dente di leone, il croco, il figlio rosso, l’altea, la primula, la peonia, le rose selvatiche e la manimola.

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